Il sogno di libertà di Riccardo Bauer
Con Luca Crovi e Andrea Ricciardi. Modera Gianni Biondillo. Letture di Silvano Piccardi
“Più guardo a fondo le cose, più mi trovo in pace con la coscienza, anche se sia una pace che costi cara. Del resto, avete potuto constatare con gli occhi che la salute non mi manca. È la libertà che mi manca”. Così scriveva una delle voci più autentiche della nostra Repubblica, Riccardo Bauer, nel suo epistolario con la famiglia. Fra squarci di cronache d’epoca e una documentazione impeccabile (lettere e cartoline spedite dai genitori durante i lunghi anni di prigionia e confino scontati per la sua attività di individuo “pericoloso alla sicurezza pubblica”), le vicende dell’antifascista Riccardo Bauer ci accompagnano nella Milano degli anni Venti e Trenta. Le atmosfere milanesi riemergono nitide proprio dalle cartoline d’epoca – che verranno proiettate durante l’incontro – l’unico modo per Bauer di rimanere in contatto con la famiglia e la sua città natale. “Vi dirò che le cartoline che mi state inviando per farmi conoscere la Milano up to date, mi spaventano. Quando ci tornerò dovrò prendere in affitto un Tecoppa qualsiasi con brevetto municipale perché mi conduca in giro come un pellegrino dell’Anno santo modello Pirelli, a riconoscere la metropoli” (da una lettera di Bauer alla famiglia, da Regina Coeli, del 30 aprile 1934).