Le culture sovietiche tra centri e periferie
Con Marco Buttino, Niccolò Pianciola, Paolo Sartori. A cura di Associazione Memorial Italia
L’evento è dedicato alla riflessione sulle culture sovietiche tra centri e periferie muovendo dallo “sguardo locale” di Sergej Abašin che nel suo Qishloq. Il secolo sovietico in una valle dell’Asia centrale – traduzione italiana, in una versione ridotta dall’autore stesso, di Sovetskij kišlak: meždu kolonializmom i modernizaciej [Il kišlak sovietico: tra colonialismo e modernizzazione] (Mosca, 2015), la più importante monografia storico-antropologica sull’Asia Centrale che sia stata scritta in Russia negli ultimi trent’anni – utilizza un approccio etnografico o microstorico che può aiutare a capire i meccanismi che regolavano il sistema di potere sovietico e, in definitiva, il funzionamento dell’intera URSS. L’oggetto della ricerca è Ošoba, un grosso villaggio uzbeko in Tagikistan, nella valle del Fergana, abitato alla fine del secolo scorso da circa 700 famiglie. L’approccio di Abašin trasmette la ricca complessità di relazioni sociali, culturali e di potere che, durante il Novecento, ridefinirono cosa significasse considerarsi musulmani, uzbeki, comunisti e permette inoltre di indagare la “sovieticità” e “colonialità” delle diverse generazioni della comunità di Ošoba contestualizzando emozioni, lealtà, uso dell’ideologia, ruoli di genere. In conclusione, grazie al suo “sguardo locale” e al fatto che abbraccia quasi cent’anni, il libro di Abašin riesce ad essere molto di più di un’etnografia storica di un villaggio. È la storia dell’Asia Centrale sovietica vista da un villaggio: la microstoria di Ošoba finisce per fornire al lettore uno sguardo diverso sulla più generale storia sovietica.