Durrenmatt e Borges. Piangere per l’uomo bestia: l’ibrido nel cuore del Labirinto
Con Antonia Broglia, Vincenza Minniti e Anna Torterolo
Cerchiamo l'innocenza, ma non la troviamo più. Finito il mito del"buon selvaggio" distrutto dalli antropologia; finito il mito dell’infanzia: troppo simili gli adulti i bambini e troppo presto grandi. Ci restano gli animali: lo sguardo di un cane pieno di affetto e fiducia dice di un universo senza astuzia e di semplici istinti primari. L'uomo dalla mente sottile, l'homo sapiens, si scopre attratto da una animalità primitiva, innocente perché il vero male è nella subdola mente della furba Arianna, autrice del trucchetto del filo. Il Minotauro nei suoi numerosi avatar novecenteschi racconta questo: ibrido fra uomo e animale, vive solo, nel cuore del labirinto. È feroce, triste e sarà vittima del desiderio di potere che si fa inganno. Borges e Durrenmatt intuirono la modernità del mito, ma fu soprattutto Picasso ad identificarsi in quel mucchio di carne dolente e con lui Cocteau, Melotti ed altri. Fino ai moderni giochi elettronici, che conoscono l'ambiguità del mostro tra paura e tenerezza.
È richiesta la prenotazione al 349/0777807.