L’ideologia come limite del progresso. Pasolini e la tragedia greca
Con Emanuele Stochino e Lorenzo Sacchini
L’intervento si concentrerà su due opere teatrali di Pier Paolo Pasolini, analizzate attraverso una prospettiva psicosociale. Le tragedie in esame sono Le Eumenidi, tratta dalla sua traduzione dell’Orestea di Eschilo (1960), e Pilade (scritta nel 1966 e successivamente rielaborata). Entrambe le opere affrontano, seppur in modi differenti, il tema della giustizia e delle trasformazioni sociali. Ne Le Eumenidi, Pasolini mette in risalto il passaggio da una concezione arcaica della vendetta a una visione moderna della giustizia, sancito simbolicamente dall’istituzione del tribunale dell’Areopago e dall’affermazione dei principi democratici. In Pilade, invece, si manifesta la crisi profonda dell’autore di fronte al mutamento della società: l’emergere dei nuovi valori incarnati da Atena – simbolo del razionalismo e della società post-industriale – si contrappone alla dissoluzione degli antichi dèi e dei valori “barbarici” legati alla tradizione.