#BCM18 - Diario di bordo - Domenica 18 novembre

19/11/2018

E’ domenica mattina, raggi obliqui di tenue calore illuminano l’asfalto. Poca gente in giro, sono le 9. Cammino per la città, osservo le persone, si percepisce nell’aria quell’energia -e non schizofrenia milanese- che ti fa dire: è davvero il settimo giorno.

BookCity propone questo evento: Meditazione e arte. Quale miglior modo per incominciare la giornata? Mi dirigo, o meglio, mi precipito all’evento con l’ansia di non essere in ritardo. Dieci minuti di anticipo! Mi sottovaluto! Inizia la lezione, Walter e Laura si presentano e parlano di loro, di arte e meditazione, in un connubio dall'atmosfera ancestrale proiettata in uno spazio tridimensionale. La meditazione raggiunta attraverso movimenti che rimandano ad archetipi: linee, circonferenze, spirali che si intrecciano in uno spazio comune: una sala e 20 persone. Dopo aver praticato questi movimenti e raggiunto uno stadio di rilassamento, e perdita di quei pensieri nebulosi, si ottiene davvero una reale presenza quell’hic et nunc del nostro essere. Poi i movimenti si trasferiscono su fogli formando intrecci di colore, forme, linee e anime. Dall'individualitá alla collettività attraverso una pratica comunitaria in cui arte, movimento, meditazione e disciplina si fondono. Una sensazione di libertà, ed una creatività, dal profumo d'oriente.

Entusiasta da ciò che mi ha lasciato quest’incontro di persone, culture e vita mi dirigo verso Il Piccolo Teatro. Voglio completare questo mio “cibarsi” mattutino che proseguirà con Testori e la sua continua attualità della sua opera, che presuppone per renderla davvero attuale, un leggero tradimento all’autore. E’ interessante è cosi anche per me: bisogna sempre un po’ tradirsi per rinascere davvero. Grazie BookCity per avermi offerto questo nutrimento così energetico!

di Irma Ticozzelli - IULM


Ni Hao. La Rivoluzione Culturale. Mao. La musica monodica. La Cina è un luogo, un mondo, una cultura affascinante e lontana. Difficile da interpretare anche per le sue infinite reticenze e i mille luoghi comuni che questi ultimi decenni hanno portato fino a noi. La Cina dei bambini che non possono nascere, la Cina delle fabbriche e del lavoro sottopagato, la Cina del riso e dei cinesi aggiustatutto, la Cina che ha lentamente fatto capolino fino a qui per prendersi i suoi spazi. Dai primi ristoranti a quartieri interi come Paolo Sarpi, dove tutto ruota attorno alla cultura della Terra di Mezzo. Parlare di libri quando si parla di culture lontane è sempre una sfida. L’inchiostro ti mostra luoghi mai visti, luoghi che non fanno parte né dei tuoi ricordi né tanto meno del tuo stesso immaginario. Luoghi che non assomigliano a nessun luogo che hai visitato, quasi fossero fantastici. Ma i libri fantastici in Cina sono stati anche proibiti. Tra le grandi contraddizioni dei regimi c’è sempre stato l’astio, se non l’odio, per i libri. Nella Germania nazista li bruciavano, senza rispetto, in Cina per molti anni alcuni di loro sono stati proibiti. I libri segreti hanno una storia a sé, i libri nascosti, lasciati scivolare silenziosi di mano in mano per farli parlare più che potevano. Sono libri con appunti, libri scritti e usati, vissuti, magari sono diari di chi, come Anna Frank, non poteva non raccontare. Sono dediche, pegni d’amore o regali d’addio, prestiti mai restituiti o gelosamente recuperati. I viaggi dei libri talvolta sono più grandi e fantastici dei viaggi che raccontano. Nonostante uno scrittore come Chen Qiufan abbia fatto della fantascienza il suo mondo e abbia viaggiato dalla Cina fino a qui per raccontarcelo, lasciando intravedere con le sue parole un intero universo, un mondo che troppo spesso tendiamo a occidentalizzare, a conformare al nostro modello per capirlo e forse anche per non spaventarci troppo di fronte a qualcosa di così diverso da sembrarci più alieno di un mostro verde monocolo.

Leggere da altri paesi significa anche leggere da altre lingue, tradurre è ancora un altro mondo a sé, una sfida infinita per trovare le parole giuste per ricostruire un libro con un nuovo linguaggio. Una sfida che ascolto dalla voce di un uomo che ha sfidato il mondo per altre cose, Adriano Sofri. Parliamo di Kafka, di un viaggio incredibile che coinvolge il grande Borges, decine di traduttori in tutto il mondo e si trasforma in un grande piccolo giallo alla ricerca di una singola parola che può cambiare tutto. Quanto può essere importante una parola, alle volte lo trascuriamo ma le parole sono importanti come urlava Nanni Moretti. Mia nonna ha fatto la traduttrice per una vita, mi raccontava sempre questa storia affascinante per cui quando parlava un tedesco doveva sempre stare attenta a costruire la frase in maniera neutrale perché i tedeschi la negazione la mettono alla fine, quindi bisognava essere pronti a infilare un “no”, in qualche modo. Ricostruire le immagini da una lingua a un’altra è un’impresa, come scalare una montagna o talvolta anche come combattere i mulini a vento, ma la voglia di far viaggiare quelle parole da un paese all’altro, da una cultura a un’altra, rimarrà semplicemente inarrestabile.

Sono i titoli di coda di questo mio BookCity, del mio viaggio in una Milano affollata e caotica di cultura e alla ricerca dei libri. I libri che nonostante tutto non riusciamo a dimenticare, nonostante la tecnologia e i tempi difficili che ci circondano non riusciamo a ripudiare e anzi, affamati divoriamo ancora di più, che teniamo stretti e con i quali riempiamo le nostre giornate con quella fame di storie che ognuno di noi ha dentro di sé. Mentre cammino contro il vento di novembre penso a tutte quelle che mi hanno raccontato, che ho cercato di raccontare. Penso ai libri regalati, quelli persi, quelli inaspettati, quelli che ti rendono triste e quelli che sono lì, in attesa da anni che tu li possa ascoltare. Penso a un vecchio film animato, Pagemaster, che era un’avventura di libri e mi piaceva moltissimo. Sento il caldo delle coperte sotto cui leggevi la notte, sfogliando questi tre giorni intensi mentre torno a casa.

di Bleiz Del Sette - Conservatorio di Milano