Una memoria di parole
Con Leonardo Zanchi e Elena Felicani
Sulla scia delle prime “annotazioni psicologiche” di Andrea Devoto (1961), questo volume indaga le parole, le espressioni e le forme di comunicazione che hanno segnato l’esperienza dei deportati italiani nei lager nazisti. Dal “barbarico latrato” dei comandi tedeschi al bisogno di “trovare un buco, un foro, un passaggio” per superare l’isolamento linguistico evocato da Primo Levi, il libro restituisce la quotidianità del campo attraverso la lingua. Come sottolinea Pietro Cataldi nella prefazione, non si tratta solo di recuperare il vocabolario dell’abuso e della violenza, ma di dare voce al “controlinguaggio” dei perseguitati: parole di resistenza morale e non violenta, di sopravvivenza e di solidarietà, che trasformano il linguaggio stesso in atto di dignità e opposizione.